Wonder – Recensione

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“So di non essere un normale bambino di 10 anni”, dice Auggie (Jacob Tremblay), il protagonista di “Wonder”, mentre lo vediamo in piedi sul suo letto indossando un elmetto da astronauta. Quando l’elmetto viene rimosso, sappiamo come sa quello che sa: il suo viso giovane è segnato da cicatrici, i lobi delle orecchie sono piccoli lembi e gli occhi sono apparentemente a forma di lacrima, dandogli un’espressione perpetua di cucciolo triste.Il bonaccione descrive i suoi difetti alla nascita del viso, e le 27 operazioni che ha sopportato di trattare con loro, come “esilarante”. Ma Auggie è meno divertita dalla prospettiva di entrare in quinta elementare, e non viene più educata a casa dal suo madre brillante e amorevole, Isabel Pullman (Julia Roberts).

I Pullman sono una famiglia della classe medio-alta che vive in una fiabesca New York, una location che il direttore del film ha evocato dagli angoli più signorili di Brooklyn e Manhattan (così come New Westminster, British Columbia, dove l’interno di la pietra arenaria della famiglia è stata costruita su un piano di magazzino). Così Auggie, il cui padre, Nate (Owen Wilson), ha un lavoro che gli permette di indossare un completo e scarpe da ginnastica, sta sicuramente andando a una buona scuola. Nondimeno, sa che incontrerà i bulli, e lo fa. Ma Auggie è intelligente ed eccezionalmente buono almeno quando non è costretto a sentirsi impacciato e solo, e ha un talento per conquistare la gente.

Il film, basato sul popolare romanzo per bambini di RJ Palacio, è dedicato alla struttura narrativa multicaratteristica del libro. Questa tattica mi ha ricordato una battuta nel classico “Le regole del gioco” di Jean Renoir su chiunque avesse le proprie ragioni per il proprio comportamento. Nel film di Renoir, questo fatto è definito “una cosa veramente terribile”. Nel mondo di questo film, comprendere le ragioni di un’altra persona è il primo passo per stabilire una comunicazione significativa. Durante la sezione del film narrata dalla sorella maggiore di Auggie, Via (Izabela Vidovic), si impara perché, in una imbarazzante prima conversazione con il suo futuro fidanzato, lei impulsivamente gli dice che lei è figlia unica, nonostante il fatto che lei ama e ardentemente protegge il suo fratellino.

Diretto da Stephen Chbosky, che ha scritto la sceneggiatura con Steve Conrad e Jack Thorne, il film ha un cast meraviglioso da cima a fondo. Come i genitori di Auggie, la signora Roberts e il signor Wilson stanno facendo cose che amiamo vedere fare da attori. Julia Roberts si lascia andare alla sua risata esuberante, almeno una volta, e il Wilson spiega ad Auggie i problemi della vita in un modo buffo. Tutti i giovani del gruppo, ancorati da Auggie di Tremblay, sono perfetti.

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CONSIGLIO / SCONSIGLIO

Consiglio, per chi ma questo genere di film familiare e sopratutto per una spettacolare interpretazione sia di Jacob Tremblay ma anche degli attori più grandi. E’ un film davvero molto emozionante e che insegna delle grandi storie.

Sconsiglio, per chi forse ha letto il libro e troverà delle differenze.

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