The Sinner: Recensione 3×08 – Part VII (Season Finale)

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E anche la terza stagione di The Sinner è giunta al termine. Ogni episodio non è stato mai banale, c’è sempre stata una logica dietro l’intricata trama che con questo ottavo episodio mette un punto alla situazione. Il finale di stagione è stato davvero sorprendente e alquanto inaspettato. Di certo, dopo una stagione così ben fatta non potevamo immaginarci una conclusione simile. Vediamo insieme cosa accade nel season finale.

Questo è il nostro punteggio: 2

Trama

La polizia è sulla scena del crimine del capo della polizia, che ormai è diventato Soto. Sul luogo del delitto trovano un lettera indirizzata ad Ambrose: nella lettera è contenuto il gioco del destino a cui è tanto affezionato James. In questo gioco sono contenuti quattro nomi, ovvero quattro possibili vittime: Il capo della polizia (che è già stato sorteggiato nel gioco), Sonya, e infine sia la figlia che il nipote di Ambrose. Tutte persone collegate a lui. Il detective, capendo il piano di Jamie, avverte sia sua figlia che Sonya dell’imminente pericolo. Purtroppo però ad essere catturato è proprio il nipote di Ambrose, Eli. Mentre la figlia del detective viene messa sotto scorta, Sonya, nonostante l’avvertimento, resta nella propria abitazione in attesa dell’arrivo di James. Quando prevedibilmente l’uomo arriva, la pittrice cerca di instaurare una conversazione cercando di fargli capire che la sua non è vita, ma nonostante un breve cedimento, James cerca comunque di ucciderla. Sonya si mette a stento in salvo grazie all’arrivo della polizia. Dopo esser stata messa in salvo, Ambrose collabora con la polizia e cerca di capire in quale direzione si sta muovendo James, e d’un tratto viene contattato proprio da quest’ultimo che gli propone di incontrarsi a casa del detective. Arrivato a casa sua, Ambrose vede prima suo nipote e poi viene violentemente disarmato.

Mentre James attenta alla via di Eli e del detective, i due adulti litigano bruscamente e finiscono per arrivare a una brutta colluttazione nella quale Ambrose viene sparato, fortunatamente in un punto non vitale. Dopo esser riuscito a liberare Eli, vi è un breve inseguimento all’interno della proprietà del detective, caratterizzato da colpi di pistola e bastonate, che si conclude con il ritorno di Ambrose a casa sua, nell’intento di recuperare una pistola. A gran sorpresa, anche James torna nell’abitazione ma non per uccidere Ambrose, ma per costituirsi. Mentre James è bel mezzo di uno dei suoi tipici discorsi sul senso della vita, Ambrose gli spara nella pancia. A quel punto il detective chiama un ambulanza ma sapendo che questa arriverà in ritardo, resta accanto a James per tutto il tempo prima della sua morte, tenendogli stretta la mano e confortandolo. Ed è così che il caso si chiude definitivamente. Ambrose e Sonya si riavvicinano e alcune settimane dopo si ritrovano a parlare di quanto è successo. L’episodio si conclude con Sonya che chiede ad Ambrose come stesse James pochi istanti prima di morire, e dopo la sua risposta, il detective scoppia in una crisi di pianto.

Commento Personale

Avete letto bene la nostra valutazione: un disastroso 2 su 5. Sì, perché questo finale ha fatto letteralmente schifo. Ci hanno fatto penare per otto episodi dietro le folli azioni di un pazzo maniaco assassino e fra tutti i finali possibili dovevano per forza concludere l’episodio a metà di una frase. Avrebbe meritato una sola stella se non fosse stato per i colpi di scena e per la tensione che si è avvertita per tutta la durata dell’episodio, in una quantità molto maggiore rispetto ai precedenti episodi. Il crime si è unito all’action che si è unito a una piccola dose di horror: un cocktail che a noi di Showteller è piaciuto eccome. Ma l’epilogo, quegli ultimi cinque disastrosi minuti, hanno rovinato un intera stagione. Partiamo dal principio: la morte di James. Le scelte possibili sulla chiusura della storyline di questo personaggio dovevano essere per forza due: o il carcere, o la morte. A quanto pare è stata scelta questa seconda opzione. Prevedibile? Può darsi, ma non male comunque.

E’ stato il post mortem a non convincerci affatto: sarebbe stato molto meglio se avessero parlato delle conseguenze della morte di James riguardo ai personaggi che sono sopravvissuti a lui. Ambrose per esempio, che abbiamo visto singhiozzare fino all’ultimo secondo, ci ha fatto certamente capire di essere addolorato per la sua scomparsa. Sì ok, ma poi? Quando hanno chiuso il caso ha fatto intendere di aver commesso un errore legale a spararlo e a ucciderlo, quali sono state le conseguenze sul piano della sua carriera? Ancora una volta, la sua professionalità ha fatto cilecca. Leela che fine fa? Qual è stata la sua reazione nel sapere della morte di suo marito? Sonya si limita a dire di essersi messa in affari con lei per il suo negozio, come se non fosse successo niente, come se tutto fosse normale. Non capisco quale gusto abbiano provato gli ideatori della serie a concludere in maniera così grezza e grossolana una stagione che aveva ingranato così bene. Male, male, male.

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