La nostra rubrica delle serie TV Battle, dopo una settimana di pausa per organizzarci e pensare come renderla un po’ diversa, alla fine ritorna e con una novità. Infatti abbiamo deciso che non saranno più a sfidarsi due serie simili tra loro, almeno per un po’ di tempo, ma bensì serie dello stesso produttore. Questa settimana a sfidarsi sono due serie di JJ Abrams e sono proprio quelle che hanno, per così dire, fatto la storia delle serie TV, e stiamo parlando di Alias e Lost. Ma bando alle ciance e vediamo perché una è migliore dell’altra!!
MOTIVI PER CUI ALIAS E’ MIGLIORE DI LOST
1. La sigla in primis
Le sigle delle serie TV non sono tutte belle, alcune di esse proprio non ce l’hanno, ma quelle che hanno la sigla bisogna dire che ti proietta e ti dà la giusta carica per entrare nel mondo della serie. E Alias non fa eccezione e forse una delle prime sigle che ho amato e che non ho mai saltato. Ma sentiamola insieme!!
2. Il cast e Bradley Cooper
Dopo una piccola parte in Felicity (serie sempre di JJ Abrams) Jennifer Garner, diventa l’agente CIA che rimarrà il suo ruolo di maggior successo: quattro nomination consecutive ai Golden Globe (dal 2002 al 2005) come miglior attrice in una serie drammatica e una vittoria nel 2002, oltre che uno Screen Actors Guild Awards nel 2005. Nel 2003 poi viene addirittura contattata dalla vera CIA per prendere parte ad una campagna promozionale per reclutare nuove leve nell’agenzia. Tra le guest star della prima stagione spicca – negli episodi 12 e 13 – il regista Quentin Tarantino, ma il giovane attore che poi spiccherà il volo ad Hollywood è Bradley Cooper: diventato famoso con Una notte da leoni (2009) e ora candidato per i Golden Globe per il film da lui diretto A Star is Born.
3. La trama
Jennifer Garner veste i panni di Sidney Bristow, un nome che nasconde mille identità: studentessa universitaria e insospettabile agente segreto, impegnata in un rischioso doppio gioco tra la CIA e la cellula impazzita SD-6. Tra gli alleati di Sydney ci sono il padre Jack (Victor Garber), anche lui infiltrato nella SD-6, e l’agente CIA Michael Vaughn (Michael Vartan); il suo più temibile nemico è invece Arvin Sloane (Ron Rifkin di Brothers & Sisters), capo della SD-6, legato d’altra parte alla ragazza da una vecchia amicizia familiare.
4. Alias, chi è Milo Rambaldi?
In quegli anni se lo chiedevano tutti: chi è il misterioso inventore italiano, le cui macchine futuristiche nella serie sono ricercate dalla CIA e da oscure organizzazioni terroristiche? Inutile sfogliare le enciclopedie e cercare su Google: Milo Giacomo Rambaldi in realtà non è mai esistito, è solo un personaggio di fantasia, una sorta di ibrido tra Leonardo Da Vinci e Nostradamus. La serie lo colloca tra il 1444 e il 1496 a Parma e lo dota di un simbolo quasi esoterico: l’occhio di Rambaldi, che appare anche durante la sigla del telefilm. Il suo cognome è molto probabilmente ispirato a quello di Carlo Rambaldi, genio italiano degli effetti speciali cinematografici vincitore di tre Oscar.
MOTIVI PER CUI LOST E’ MIGLIORE DI ALIAS
1. La prima stagione è stata una svolta.
I primissimi secondi del primo episodio di Lost ti hanno fatto cadere su un’isola immediatamente dopo un incidente aereo. Non è stato speso tempo per l’esposizione. Lo spettatore e i personaggi sono stati lasciati a capire insieme cosa diavolo stava succedendo. E ogni episodio successivo ha solo approfondito il mistero. Nei momenti finali del primo episodio il pubblico si è trovato a chiedere: è una storia di sopravvivenza? È un mistero paranormale? Chissà? Ma milioni di persone erano pronte a seguire il mistero. Era la prima volta che si fidava che il pubblico fosse a suo agio con l’incertezza – non ci sono involuzioni ordinate in nessun episodio della prima stagione di Lost. E ti fa solo desiderare di più.
2. Un cast eccezionalePer rendere famosa una serie televisiva è fondamentale la scelta del cast, perché un attore deve indossare alla perfezione i panni del personaggio. Gli autori hanno scelto i migliori, un gruppo che ha saputo aumentare qualitativamente il ruolo interpretato.
3. Altissimo livello di suspense
Lost si distingue certamente per il suo ritmo sostenuto. Le varie caratteristiche dei personaggi sono spesso portate a scontrarsi su uno sfondo fatto di misteri e pericoli, donando alla serie un incredibile dinamismo. Il susseguirsi di misteri e colpi di scena rapisce completamente lo spettatore. Malgrado un certo numero di fan abbia risentito di alcuni sviluppi della trama dalla quarta stagione in poi, una grandissima suspense è assicurata durante l’intera serie. Vi assicuriamo anche, qualora non l’aveste già sperimentato voi stessi, che arriverete a temere l’arrivo del suono che segna la fine di ogni episodio e che evitare il bingewatching almeno a intermittenza è assolutamente impossibile.
4. La colonna sonora
La colonna sonora di Lost è fra le più riuscite e scaricate del panorama seriale. Fra le canzoni di Willie Nelson, Patsy Cline, e la bellissima “Delicate” di Damien Rice, si insinua la splendida musica di Michael Giacchino, famoso anche per aver creato, fra tante altre, le musiche di Up, Rogue One, Doctor Strange, e del videogioco Call of Duty. La musica in Lost è quasi un personaggio a parte, ugualmente approfondito e assolutamente essenziale alla costruzione di quell’incredibile esperienza che è seguire la serie. Le musiche di Lost sapranno emozionarvi come poche, malgrado Giacchino abbia dovuto contare su un’orchestra abbastanza limitata. Fra momenti di tensione, lacrime di gioia e disperazione e voglia di avventura, la colonna sonora sarà sempre al vostro fianco e diventerà una cara presenza che certamente non dimenticherete.