Mowgli: Legend of the Jungle (Mowgli: il figlio della giungla) Recensione – Originale Netflix

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Mowgli: Legend of the Jungle è una triste e seria rivisitazione di Il libro della giungla di Rudyard Kipling, un racconto che è diventato, nel bene e nel male, inestricabilmente legato nella coscienza pubblica con l’animazione animata della famiglia Disney. Il Mowgli del regista Andy Serkis evita intenzionalmente qualsiasi tipo di coccole in favore di una storia della maturità meno giocosa ambientata in un mondo pieno di pericoli, dove imparare a tenere alta la guardia è una lezione chiave per la sopravvivenza. Dimenticando le tue preoccupazioni e il tuo conflitto ti faranno uccidere nel libro della giungla di Andy Serkis.

Mowgli non è per un pubblico mainstream, come il remake campione di Disney di Jon Favreau della Disney, che la Warner Bros. ha chiaramente realizzato e trasmettendolo sulla piattaforma streaming più attiva che mai Netflix, dopo tre anni di lavoro. L’interpretazione grave e quasi accademica di Serkis non è decisamente adatta ai bambini e non è, ad eccezione di alcuni momenti più leggeri, “divertente” nel senso ampio. 

In un film che dipende completamente dall’acquistare nell’illusione di parlare di animali, la realtà accresciuta di Mowgli è spesso incasinata da effetti visivi oscuri. Non tutte le acquisizioni facciali usate sugli attori che danno voce agli animali funzionano bene, con molte delle creature, in particolare Shere Khan e tutti i lupi, che sembrano come cartoni animati inseriti nel “mondo reale”. È un peccato perché i personaggi animali sono fondamentali per la storia e il suo impatto emotivo. Gli effetti visivi di questa qualità potrebbero essere passati nel 2002 ma non nel 2018 e la loro incoerenza spesso distrae durante un importante momento emotivo.

Il cast vocale fa del suo meglio per essere emotivamente coinvolgente, con un solido lavoro di Christian Bale come Bagheera, Benedict Cumberbatch come Shere Khan e Serkis stesso come Baloo (raffigurato qui più come istruttore di Cockney che come dolce buffone), ma le loro prestazioni forti da solo non può farla sospendere completamente la loro incredulità.

Per fortuna, la prestazione centrale del film non è un personaggio digitale. Il Mowgli di Rohan Chand quasi da solo mantiene la storia emotivamente autentica e coinvolgente quando gli effetti visivi vacillano. Questo intenso giovane attore trova la rabbia e la tristezza in un personaggio che subisce l’abbandono e la perdita. Il suo Mowgli sembra già maturo nonostante la tenera età e la bassa statura; è letteralmente sfigurato dalla battaglia dalle sue esperienze, rendendolo meno un personaggio che perde la sua innocenza e più uno temprato da conflitti e privazioni.

Altri personaggi umani includono Matthew Rhys nei panni di Lockwood, un cacciatore britannico portato da Man-Village per uccidere Shere Khan e Freida Pinto come Messua, un abitante del villaggio che aiuta a prendersi cura del selvaggio Mowgli. Entrambi i personaggi mirano a “civilizzare” questo bambino selvaggio, con uno che rappresenta il lato oscuro della natura umana e l’altro il suo lato più gentile. Pinto infonde a Messua compassione e dolcezza, ma ha sicuramente il ruolo meno dimensionale dei tre protagonisti umani.

Il cacciatore di Rhys è una figura coloniale archetipica che si immerge nella cultura nativa anche se la seziona e la distrugge. Le sue poche scene conferiscono al film un senso di minaccia ogni volta che Shere Khan non è sullo schermo. Questi personaggi umani servono le loro funzioni nel film bene, ma è una testimonianza della storia stessa e del cast vocale che i personaggi animali hanno più dimensione e umanità rispetto ai personaggi umani di supporto.

Con Mowgli sembra che Serkis abbia realizzato un film che parla direttamente ai suoi interessi specifici, che è un diritto dell’artista a fare, ma che rende anche Mowgli un film più accattivante rispetto ad altri adattamenti del classico di Kipling. Serkis dovrebbe essere applaudito per aver fatto a modo suo, ed è un peccato che gli effetti visivi non siano alla pari con la sua visione, ma non dovrebbe sorprendere se Mowgli lascia alcuni spettatori più casuali sentirsi persi nella giungla.

TRAILER

CONSIGLIO / SCONSIGLIO

Consiglio, se volete conoscere la vera storia del libro della giungla, quella proprio del libro, questo film la tratta in maniera perfetta. Rispetto agli altri due film questo è molto più crudele e triste, ma d’altronde si sa le favole non erano tutte felici!!

Sconsiglio, per gli effetti speciali. Purtroppo questi sono stati lasciati un po’ così come venivano, come dicevo prima non sono degni dell’anno in cui ci troviamo, dove ormai tutti i film fanno un vanto degli effetti speciali!!

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