Le migliori serie TV British

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Siamo bombarti dalle mille uscite ogni anno delle serie TV americane che quasi non ci rendiamo conto che anche noi qui in Europa abbiamo delle nazioni che sfornano dei veri e propri capolavori, vi sto parlando dell’Inghilterra!

Noi di Showteller abbiamo cercato di concentrarci sul alcune delle più belle serie TV BRITISH, passando da quelle più conosciute da molti a quelle meno conosciute o che devono ancora essere apprezzate. Vi avvisiamo non sono i ordine dalla più bella a la meno bella, ma bensì in ordine sparso. So let’s begin!!

1. Downton Abbey (2010 – 2015)

Se dovessi dire qual è la serie inglese per eccellenza, probabilmente risponderei Downton Abbey. Non tanto per una questione di gusto, ma perché si tratta di un fenomeno globale a tutti gli effetti, che vanta una parodia di Jimmy Fallon, citazioni in altri show americani, il passaggio sulla nostra TV generalista. Probabilmente, quello che fa funzionare Downton Abbey così bene è la sua capacità di mescolare a una scrittura curatissima, con echi dickensiani, l’appeal di certe forme più basse, come la soap. È, insomma, la versione televisiva contemporanea di un buon romanzo d’appendice, con dei personaggi caratterizzati con straordinaria cura e una buona dose di arguzia inglese, che non guasta mai.
Attraverso i protagonisti riviviamo i fasti dell’era Georgiana, con tutti gli sconvolgimenti degli inizi del ‘900 e gli inevitabili cambiamenti che la storia porta in Inghilterra e, nello specifico, nella prestigiosa tenuta di Downtown Abbey, cambiando per sempre la vite dei suoi abitanti.
Nobili e servitù, vecchie e nuove generazioni, convenzioni sociali messe in discussione e, soprattutto, una cospicua eredità cui nessuno sembra voler rinunciare.

2. Call The Midwife (2012 – ad oggi)

Altra serie TV storica peró questa volta é a sfondo medico. Ambientata negli anni ’50 del XX secolo, la serie narra le vicende di alcune giovani donne che lavorano come levatrici nel convento Nonnatus House, situato nell’East End di Londra, un quartiere povero e degradato. Jennifer Lee, protagonista della serie, è la nuova arrivata del gruppo (composto da Chammy, Trixie e Cynthia), e sarà proprio lei a narrare le vicende in prima persona.
In Italia l’hanno trasmessa con un nome diverso: L’Amore e la Vita.
Purtroppo anche se è stata trasmessa in Italia questa serie TV è poco conosciuta ed è davvero un peccato, perchè è fatta davvero molto bene e fa vedere una parte di storia che è comunque poco conosciuto e che invece ha in cambiato il mondo per come era e come è poi diventato.

3. The Crown (2016 – ad oggi)

The Crown è quel tipo di seri TV che anche se Netflix la pubblica tutto in un giorno non dovrebbe mai essere guardata nell’arco né di 24 ore, né di 48 ma bensì va gustata in ogni suo singolo dettaglio. Sono pienamente d’accordo con Netflix quando dice che le storie delle famiglie reali sono sempre affascinanti. In particolare quelle dei monarchi inglesi. Questa è una vicenda di “empowerment femminile”, oggi tema attualissimo. Si parla dell’ascesa di una donna che ha avuto il potere in eredità e dovuto imparare da giovanissima a calarsi in un ruolo «che tutti credono di poter svolgere meglio di me», commenta a un certo punto la nuova regina. I personaggi sono umani ed era l’intenzione dei produttori quella di rendere più umani i personaggi che di solito appaiono lontanissimi dalla realtà comune e poco empatici. Bisogna dire che ci sono riusciti davvero bene. Per i protagonisti e le loro voci. I critci di tutto il mondo sono d’accordo nell’elogiare la scelta dei protagonisti. Oltre alla recitazione, c’è una questione di aspetto. Claire Foy, Elisabetta, Matt Smith, Filippo e ancora Vanessa Kirby, la principessa Margaret, assomigliano davvero ai personaggi che interpretano. Ed infine per le musiche, in questa serie, la musica riesce davvero a rendere ancora più forti e drammatici i momenti cruciali della trama.

4. Peaky Blinders (2013 – ad oggi)

Peaky Blinders è, senza esagerare, una delle migliori serie TV degli ultimi anni. Siamo nell’Inghilterra degli anni ’20, subito dopo la prima guerra mondiale. I protagonisti, i Peaky Blinders appunto, sono veterani ed ex-combattenti, che una volta tornati in patria si sono rimessi in affari: scommesse, gioco d’azzardo, scazzottate, pizzo e pub. La storia è una storia vera, ispirata alla cronaca dell’epoca. Il capo ella banda, Tommy, qui interpretato da un bravissimo Cillian Murphy, è un leader carismatico, furbo, attento a ogni cosa. Si innamorerà e gli spezzeranno il cuore. Ma resterà fedele a se stesso, perché quello che fa, lo fa per la sua famiglia. Ci sono però delle motivazioni che prescindono da tutto e sono il fatto che le inquadrature sono così ben fatte che rimani affascinato da ogni scena. Le musiche affidate a Nick Cave sono sempre perfette per ogni singola scena, a partire dalla sigla iniziale che guai a saltarla perché si potrebbero perdere parti fondamentali, in quanto non è una vera e propria sigla. Il cast inoltre è composto da un gruppo di attori, più o meno noti, in grado di dare carisma ai personaggi anche se sono dei criminali incalliti e soprattutto mostrano una banda di criminali realmente esistita. Ed infine c’è da sottolineare l’importanza del nucleo familiare, l’onore e il rispetto per le gerarchie. Vi consiglio di seguirla o per lo meno di iniziare a vederla, vi prometto che non ve ne pentirete!!

5. Victoria (2016 – ad oggi)

In molti ricordano l’interpretazione di Emily Blunt in The Young Victoria, film del 2009, ma Jenna Coleman non è da meno nel dare vita ad una delle sovrane più note della monarchia inglese, ruolo per cui ha lasciato il cast di Doctor Who. Victoria ha eleganza e compostezza, ma allo stesso tempo un caratterino per niente facile da gestire, è indomita e appassionata, di certo la perfetta eroina da serie TV! Una delle prime ragioni per guardare Victoria è costituita dal fatto che la serie tv ripercorre degli avvenimenti storici e lo fa’ con una precisione che mi ha lasciato sbalordita. I costumi e le scenografie sono un’altra valida motivazione per iniziare questa favolosa serie. I paesaggi inglese sono stati riprodotti al loro meglio e io amo, amo le scene ambientate nell’enorme giardino del palazzo reale perché è una scenografia magnifica con i suoi colori e le loro sfumature.
Anche l’interno del palazzo e le strade sono state riprodotte magnificamente e io sogno ad occhi aperti ogni volta che li guardo perché sono splendidi! Ed infine anche in questo caso le musiche sono semplicemente azzeccatissime e mettono i brividi fin dalla sigla.

6. Black Mirror (2011 – ad oggi)

In Italia il dibattito sui nuovi media è a livelli primitivi, le reazioni di fronte a ciò che accade in rete sono spesso molto simili a quelle di Mrs Patmore quando nella cucina di Downton Abbey è arrivata la frusta elettrica, e in Inghilterra c’è Black Mirror. Acclamata serie antologica britannica di fantascienza, iniziata nel 2011 sul canale inglese Channel 4, ma giunta legalmente al grande pubblico americano solo di recente via Netflix, Black Mirror è stata descritta in più recensioni come un Twilight Zone dell’era dell’informazione.
Ogni episodio auto-conclusivo racconta una storia diversa, con attori sempre nuovi.
Tutti gli episodi sono vagamente collegati, perché sono ambientati in un futuro prossimo piuttosto simile al nostro presente, fatta eccezione per le svariate nuove tecnologie che sono plausibili in modo inquietante, come un chip di memoria che registra ogni secondo della tua vita perché tu possa rivederlo più avanti.
Mentre queste nuove tecnologie hanno spesso la funzione di catalizzatore della storia, Black Mirror non le racconta come cose particolarmente eccezionali. Sono solo strumenti per i personaggi, che compaiono perfettamente integrati accanto a oggetti meglio riconoscibili del nostro quotidiano, come smartphone, computer portatili, automobili e tostapane. Il mondo di Black Mirror mostra le persone per ciò che sono sempre state: sole, capricciose, egoiste, ma anche divertenti, strane e capaci di sorprese grandiose e terribili. Le tecnologie di cui fanno uso le cambia in modi inaspettati e spesso problematici, ma sono sempre le persone a decidere come usarle.

7. Sherlock (2010 – ad oggi)

Rispetto alle serie TV statunitensi, quelle inglesi sono diverse per tanti motivi: durata delle stagioni, regia, fotografia, cura della narrazione. Rispetto alle altre serie inglesi, Sherlock è una cosa a sé. Innanzitutto per la durata delle singole puntate: ogni episodio è praticamente un film, visto che raggiunge i 90 minuti. Poi un’altra differenza sta nella durata delle stagioni, tre episodi per ognuna delle due fin qui prodotte. Al di là di queste caratteristiche, Sherlock merita di stare in questa classifica perché è una serie TV di una qualità mostruosa. Sherlock Holmes portato ai giorni nostri vuol dire prendere un detective ormai oltre il mito e renderlo il capo dei nerd: tratti autistici, pensiero laterale, grande genio. La forza di Sherlock sta in due protagonisti eccezionali come Benedict Cumberbatch e Martin Freeman (diventato Bilbo Baggins ne Lo Hobbit), in episodi tiratissimi e in gialli mai banali. Se negli Stati Uniti la rivoluzione seriale è passata per The Sopranos e The Wire, quella inglese non può fare a meno di Sherlock.
Nato dalla fantasia di Sir Arthur Conan Doyle, rivive oggi grazie a Steven Moffat e Mark Gatiss, che hanno ricreato uno Sherlock con le stesse caratteristiche dell’originale ma in un contesto più contemporaneo e vicino al pubblico.
L’investigatore per eccellenza continua a risolvere i casi più incredibili per conto di Scotland Yard, ispirandosi ai suoi casi letterari più famosi e intricati, rivisitati in chiave moderna, basandosi sempre sulla raffinata “arte della deduzione”.
Questa serie ha lanciato definitivamente in orbita l’attore inglese Benedict Cumberbatch, che ormai è considerato il fidanzatino inglese, e ha uno stuolo di fan agguerritissime. Il duo Holmes e Watson ha un suo preciso hashtag #Johnlock, questo perché la serie getta molti elementi gay.

8. Misfits (2009 – 2013)

Misfits è l’idea giusta al momento giusto. Misfits è la serie che prende l’idea vincente delle adolescenze perdute di Skins, la ribalta portando il drama verso il grottesco e aggiunge il sovrannaturale. E i supereroi. Direte: che bordello, sarà una roba pasticciata. Sì, anche, ma è quello il bello. Misfits racconta la storia di ragazzi sfigati e ai margini che, mentre sono impegnati in lavori socialmente utili, vengono colpiti da un fulmine e ricevono dei superpoteri. Non superpoteri normali, superpoteri che compensano all’ennesima potenza i loro deficit relazionali: quello che è sempre escluso da tutti diventa invisibile, quella che teme il giudizio degli altri inizia a leggere nel pensiero e così via. Non aspettatevi eroismi da “salviamo il mondo”, siamo da tutt’altra parte. I protagonisti di Misfits sono sfigati e sfigati restano, tenendo fede al nome della serie stessa. Quindi se vi state domando se sia l’ennesimo telefilm sui teenager con i superpoteri? No, Misfits è molto pù di questo è un spaccato sociale sofisticato e pieno di sfumature, con un’evoluzione dei personaggi davvero significativa. Cinque ragazzi disadattati, allo sbando nei sobborghi più inospitali della periferia inglese, che all’improvviso si ritrovano con capacità speciali, a causa di una strana tempesta elettromagnetica. Solo che di questi poteri fanno un uso davvero pessimo, proprio perché, almeno all’inizio, sono incapaci di trasformare le proprie risorse in qualcosa che non sia assolutamente distruttivo. Dopo aver riscosso un successo immenso, sia in patria che all’estero, è ormai considerato un cult a tutti gli effetti, tanto da ispirare una rivisitazione prodotta negli Usa, con un cast tutto nuovo e le inevitabili differenze di trama.

9. Game of Thrones (2011 –  ad oggi)

È la serie più premiata, con 109 premi. La più globale, con 173 Paesi che trasmettono in contemporanea i suoi episodi. Serve altro per dimostrare che Il Trono di Spade è un cult della TV? Dell’altro c’è: sul web il trailer della settima e penultima stagione è stato visto 61 milioni di volte nelle prime 24 ore.
Uno dei motivi per vedere GOT è il cast. Gli attori sono capaci di dipingere emozioni realistiche, di coinvolgerci nel loro mondo e di condividere con noi squarci delle loro anime. Piangi, sei felice, speri e preghi con loro. Impossibile rimanere indifferenti alle loro gioie (poche) e tragedie (troppe). Anche davanti al nemico per eccellenza o alla bitch di turno non sei capace di provare solo odio o disprezzo, perché quello che ti mostrano è troppo e mai univoco. C’è molta umanità in tante sfaccettature diverse. Le donne sono il punto chiave, mi perdoneranno tutti gli interpreti uomini che fanno parte del cast. Ma le donne tengono le redini di questa serie TV, raccontando storie incredibili e di una potenza inaudita. Il loro modo di risollevarsi dalle disavventure le rende eroine senza tempo. Ed infine anche qui le musiche fanno da padrone a le scene più epiche e anche a quelle più semplici anche qui partendo subito con la sigla che ti da’ la carica giusta.

10. Luther (2010 – ad oggi)

Negli ultimi tempi una delle faide più appassionate è quella tra fan di Sherlock e fan di Luther. Sherlock e Luther sono le due serie crime inglesi più amate di questi anni. E forse potete togliere “crime”. Luther racconta la storia dell’ispettore capo John Luther, un omone alto così interpretato da Idris Elba, già indimenticabile Stringer Bell in The Wire. John Luther è un poliziotto geniale e poco incline alla disciplina. Soprattutto, John Luther è un corpo gigantesco che si muove goffamente, sempre stretto in un cappotto che sembra troppo piccolo. Affronta serial killer spietati, che lo trascinano in prima persona mezzo ai casi e intreccia con una di loro una relazione torbidissima, sempre a tanto così da diventare mortale o sessuale. Nel corso delle stagioni , Luther mette in fila puntate con una tensione incredibile, sfociando a tratti nel’horror puro, sempre senza perdere di vista l’assoluta fragilità umana del suo protagonista, vero focus della serie.

11. Doctor Who (1963 – fino ad adesso)

Inutile negarlo, il personaggio inglese più amato in assoluto è proprio lui. O lei, dato che a partire da dicembre Doctor Who si rigenerà in una donna (Jodie Whittaker), come già annunciato dalla BBC e dal nuovo showrunner Chris Chibnall.
Una delle serie più longeve della storia (nata nel 1963), simbolo di rinnovamento e di apertura degli orizzonti, continua a fare la storia della televisione e a tenere gli spettatori incollati al video, dopo il fortunatissimo reboot del 2005.
Il dottore è giunto ormai alla tredicesima rigenerazione e continua ad esplorare l’universo e i suoi misteri a bordo del Tardis, a schierarsi in difesa dei più deboli e a sconfiggere nemici terribili come i Dalek, i Cybermen e i Sontaran, grazie all’aiuto dei suoi companion umani.
In Inghilterra ma non solo, questa serie TV ha un successo stratosferico, e ha ricevuto moltissimi riconoscimenti sia dalla critica che dal pubblico. Negli anni ci sono stati ben 12 Dottori, uno dei più famosi è quello interpretato da Matt Smith che ha poi ceduto il posto all’attore Peter Capaldi. Personalmente non amando molto la fantascienza, non l’ho mai seguito, ma vi assicuro che è un cult, un must di telefilm!

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