La parola chiave qui è improvvisa. E’ appena crollato a testa bassa, sbattendo sul tavolo, senza alcuna spiegazione. Dobbiamo attribuirlo alle sue imprese con i farmaci che sottoponeva i pazienti al processo. E proprio così, se n’è andato e forma un aspetto importante della narrazione in quanto porta il suo socio e co-fondatore James Mantleray (Justin Theroux, il quale abbraccia completamente la pazzia contenuta nello show) nel laboratorio farmaceutico. Abbiamo la sensazione di una ricaduta tra i due, o forse Mantleray non era davvero interessato alle capacità della droga, preferendo ottenere la sua dose di sesso a buon mercato attraverso un impianto di realtà virtuale.
I thought we had agreed that you wouldn't bother me while I was working. pic.twitter.com/DFfT74M7EV
— MANIAC (@maniacnetflix) September 24, 2018
Abbiamo anche una visione di uno dei peggiori ricordi di Owen quando vede la ragazza per la quale prova dei sentimenti mentre è alla festa di fidanzamento con uno dei suoi fratelli. Incapace di sopportare il momento della proposta di suo fratello (e io non lo biasimo), salta dal tetto ma riesce a sopravvivere in quella che sembra una distorsione dell’evento originale. I volontari del trial sono tutti identificati dai numeri con Owen e Annie designati rispettivamente con numeri 1 e 9 (gli altri non contano molto a questo punto, tranne 5). 1, 5 e 9 sono chiamati in causa per sospette irregolarità nei loro risultati (risulta che Owen non ha mai consumato la pillola) e con la morte di Muramoto, Annie è in grado di alterare i risultati e farli accettare per ulteriori test.
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Quando il supercomputer apprende della morte di Muramoto, perde una lacrima (sì, una lacrima letterale), che riesce a fluire nel circuito che fonde i fili che scorre per i numeri 1 e 9 (non chiedermi perché i numeri 1 e 9 sono posizionati accanto perché non ne trovo nemmeno io la logica). E in uno sconcertante momento perplesso, l’episodio finisce così con Owen e Annie che condividono un ricordo comune, come se fossero legati l’uno all’altro. Come fanno i cliffhangers, questo ti costringe a spingere il pulsante per andare al prossimo episodio, ma lascerò a te capire se ha senso o meno (almeno a questo punto).
Per me vedere come interagisco Jonah Hill ed Emma Stone era un punto di svolta, così come l’introduzione di Justin Theroux nel mix. E forti come gli aspetti del cast e della produzione dello show, con set giganti con computer murati che ricordano la fantascienza e i film di James Bond del passato, quello che è particolarmente un punto culminante fino ad ora è la musica dello show. È bello creare un senso di tensione anche quando non ce n’è e riesce a tenerti impegnato e occupato, così che i momenti più tranquilli dove non succede nulla sono mascherati dai brani che suonano in sottofondo.