Un Padre/Fatherhood Recensione

Reading Time: 5 minutes
TRAMA UN PADRE/FATHERHOOD

In questa storia vera toccante e divertente, Kevin Hart interpreta un vedovo che affronta uno dei lavori più difficili al mondo: la paternità.

fatherhood recensione

Questo è il nostro punteggio 4/5

Commento personale alla puntata

Quasi l’unica ironia che si trova nella seria e tenera “Fatherhood” di Paul Weitz è che la sua storia, sugli straordinari sforzi di un padre single per superare la sua immaturità ed egoismo per allevare un bambino dopo la morte della moglie, viene riprodotta senza sforzo sullo schermo.

“Un padre” può offrire piacevoli luoghi comuni e semplici lezioni di vita su come impegnarsi, essere presenti e il potere curativo dell’amore, ma almeno il film evita stucchevoli espedienti nel suo viaggio verso grandi sorrisi e abbracci di benessere.

fatherhood recensione

Ma ecco cosa ci mostra Fatherhood

Il futuro padre Matt (Kevin Hart) è un uomo ben intenzionato e affabile la cui tenue presa di responsabilità non si estende abbastanza lontano da costruire la culla in tempo per la nascita di sua figlia, Maddy. Quando la moglie di Matt, Liz (Deborah Ayorinde, “Them”), muore inaspettatamente per un’embolia polmonare appena un giorno dopo il parto, Matt deve percorrere rapidamente e simultaneamente i percorsi estenuanti del marito in lutto e del genitore single.

Non è solo nel viaggio. Ha una madre, Anna (Thedra Porter, “Show Me a Hero”), e una suocera, Marion (Alfre Woodard), che non ha alcuna fiducia in lui. Consumata dal proprio dolore, Marion è inizialmente impegnata a costringere Matt a tornare in Minnesota per stare vicino alla sua parte della famiglia, in parte per essere più vicina a sua nipote, ma anche perché è convinta che Matt non sia all’altezza del compito di… oh, qual è la parola – paternità.

Scritto da Weitz e Dana Stevens, “Fatherhood” è basato sul libro di memorie di Matthew Logelin “Two Kisses for Maddy”, sulle sue esperienze con la tragica morte di sua moglie e la trasformazione che cambia la vita in un padre a tempo pieno. 

Eppure è ancora un sollievo quando il film schiva un primo proiettile con “insopportabilità” scritto dappertutto. Marion costringe Matt a promettere che se non può essere il genitore di cui sua figlia, Maddy, ha bisogno, si trasferiranno in Minnesota.

Piuttosto che girare interamente attorno a una scommessa artificiosa, il film di Weitz abbandona rapidamente la premessa stucchevole e consente semplicemente a Matt di essere un nuovo padre decente, anche se inesperto e sfinito. Ha un lavoro decente e degli amici, interpretati da Lil Rel Howery e Anthony Kerrigan, che si preoccupano abbastanza da aiutarlo. 

Semmai, è chiaro fin dall’inizio che mentre la paternità può essere difficile, Matt ha un buon cuore e una forte rete di supporto, e lo capirà prima piuttosto che dopo.

Il film di Weitz presenta le debolezze di “Fatherhood” con un superficiale senso di conforto, senza alcuna seria preoccupazione che la storia possa portare a un brutto dolore o a un’orribile tragedia. È una commedia rassicurante e un dramma leggero, ancorato da una performance da protagonista rilassata e affabile di Hart, che non è mai meglio di quando gli viene data l’opportunità di scendere di un livello. 

Liberato dalla sua solita responsabilità di rendere il materiale immaturo vagamente appetibile, Hart si adatta a una performance gentile e credibile, sostenuto da una comprensione genuina e persino sottile del trauma e del dolore.

Ma fatherhood è molto altro

Diventa chiaro all’inizio di “Fatherhood” che, sebbene tutti quelli che Matt conosce siano desiderosi di aiutarlo a crescere un bambino, nessuno nella sua cerchia ha alcuna esperienza significativa con la morte. I suoi amici cercano di cambiare argomento, la sua famiglia cerca di spostare la sua attenzione e persino il suo capo (Paul Reiser) tenta goffamente di impegnarsi confrontando la morte di un parente di 99 anni con la morte di un coniuge nel fiore degli anni.

La natura geniale di Matt nasconde sottilmente il suo tormento emotivo, e nel corso del film, la sceneggiatura di Stevens e Weitz trova modi intelligenti e naturalistici per consentire a Matt di esprimere, inconsciamente, le sue profonde ansie e autocritica, derivanti dalla solitudine del suo difficile.

“Fatherhood” non è un film appariscente. La fotografia di Tobias Datum (“French Exit”) è pulita, chiara e richiama poca attenzione su se stessa. È un film che cerca di essere il più naturalistico possibile, o almeno una rappresentazione igienizzata e semplice del naturalismo. Il segnale visivo più potente dell’intero film arriva dopo che Maddy si ferisce e l’inquadratura iniziale rivela che è stata portata nello stesso ospedale in cui è morta sua madre. Matt non la vede come una coincidenza; lo vede come un presagio potenzialmente catastrofico, e il semplice parallelo visivo tra le due inquadrature fondamentali dell’ospedale trasmette immediatamente la stessa paura al pubblico.

fatherhood recensione

La seconda metà di “Fatherhood” vede Maddy un po’ cresciuta, ora interpretata da Melody Hurd (“Them”), alle prese con l’identità di genere poiché la sua scuola cattolica le impone di indossare gonne invece di pantaloni. Si abitua all’idea che suo padre ha incontrato un’altra bella donna che potrebbe essere una nuova parte della loro vita. 

Lizzie Swan è il tipo di partner romantico ideale che potrebbe sembrare poco plausibile se non fosse per gli sforzi dell’attrice DeWanda Wise (“She’s Gotta Have It di Netflix”), che fa sembrare positivo il punto di vista sano e la pazienza emotiva di Swan. Qualità di un essere umano sano e reale, invece di una nuova aggiunta piacevole e ultra-conveniente a una sceneggiatura che vuole davvero, davvero, davvero portare Matt e Maddy a una felice conclusione in qualche modo.

fatherhood recensione

Film come questo sono una camminata sul filo del rasoio, e un singolo passo falso avrebbe potuto far precipitare il film in un territorio deprimente o aggrapparsi con dita insanguinate a un’allegria non plausibile. È merito di Paul Weitz e del suo cast d’ensemble particolarmente accattivante che “Fatherhood” arriva dall’altra parte con solo occasionali oscillazioni. Forse un po’ troppo leggero per essere memorabile a lungo termine, questo racconto delicato e affascinante rassicura senza, in qualche modo, ignorare completamente la realtà.

Voi cosa ne pensate?

Unitevi alla nostra community su Facebook per parlare con noi e con altri amanti delle serie TV !! Vi aspettiamo numerosi
5,0 / 5
Grazie per aver votato!

You cannot copy content of this page